Scopri come trasformare i tuoi propositi in dei veri obiettivi SMART

I sogni son desideri…di realtà

Come trasformare i “propositi” in obiettivi reali

L’acronimo SMART definisce le caratteristiche che i nostri obiettivi devono presentare per passare da un “vorrei” ad un “voglio”.
Un approccio passivo alla vita impedisce ad ognuno di noi di sentirsi “padroni di sé”, “timonieri” del proprio futuro e “fabbri del proprio destino”.
Vivere “alla giornata”, senza una direzione, è ben diverso dal vivere nel “qui e ora”: vivere attimo per attimo e allo stesso tempo avere una visione del proprio futuro è la ricetta più adatta all’autorealizzazione e alla soddisfazione della propria vita.

Anche il viaggio più lungo comincia con il primo passo

Chiedersi dove vogliamo arrivare ci permette di non disperdere le nostre energie e risorse e di goderci pure il viaggio verso la meta che ci siamo prefissi.

Una pianificazione il più possibile precisa, e allo stesso tempo flessibile, ci permetterà di raggiungere i nostri obiettivi e migliorare aree della nostra vita aumentando anche il proprio senso di autoefficacia, con ricadute positive anche sull’autostima.

Utile e necessaria una prima distinzione qualitativa tra obiettivi principali (il “punto di arrivo” a lungo termine), obiettivi intermedi (le “tappe previste” per il conseguimento), obiettivi a breve termine (detti “chiave”, necessari a raggiungere gli obiettivi intermedi e quello principale).

In seguito occorre trasformare i nostri generici intenti in obiettivi concreti, “SMART”.

Specifico: un obiettivo non deve essere generico, ma definito e tangibile e deve esprimere con chiarezza cosa, come e perché lo si vuole ottenere (“voglio laurearmi, “voglio farmi una famiglia”, “voglio fare un viaggio”);

Misurabile: deve poter essere espresso attraverso una scala numerica (“voglio incrementare i miei profitti del 10%”, “voglio fare 6 esami in un semestre”, “voglio conoscere almeno 5 persone nuove in un mese”, “voglio perdere 5 kg in sei mesi”);

Attraente: ne deve “valere la pena”, dobbiamo essere interessati a mettere in campo le nostre risorse con determinazione, desiderarlo veramente;

Realistico e raggiungibile: il risultato da raggiungere è realistico o so già che non è possibile realizzarlo? Perché? E’ sfidante seppur realizzabile?

Temporizzato: deve avere una scadenza, essere definito temporalmente (“entro 1 anno voglio laurearmi”, “entro 6 mesi voglio incrementare il numero di clienti”, “entro 1 anno voglio cambiare lavoro”).

Chiedersi “dove” vogliamo arrivare ci permette di non disperdere le nostre energie e risorse e di goderci pure il “viaggio verso” la meta che ci siamo prefissi.

Non di rado però una buona pianificazione risulta una condizione necessaria ma non sufficiente per ottenere il successo, poiché la paura del fallimento o di sbagliare o un’eccessiva ansia o ostacoli lavorativi, relazionali o familiari possono rendere necessaria un’ulteriore esplorazione delle proprie emozioni e delle proprie credenze riguardo se stessi e la fiducia nelle proprie risorse.

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Da “buoni propositi” a obiettivi SMART

“Non esiste vento favorevole per un marinaio che non sa dove andare” – Seneca

Perché è utile trasformare i “propositi” in obiettivi reali

L’anno nuovo è ormai cominciato da un mese: ogni inizio porta con sé speranze, paure, dubbi, domande e spesso tanta ansia.

Chi prima e chi dopo ripreso le proprie attività, ma la maggior parte di noi si è posto i tipici “buoni propositi” che spesso coincidono del tutto o in parte con quelli dell’anno precedente.

Ma perché i “nuovi propositi” sono così simili ai “soliti propositi“?

È importante anzitutto distinguere tali intenti, spesso generici, dagli obiettivi veri e propri che per essere raggiunti necessitano di avere delle caratteristiche diverse rispetto, appunto, ai classici “buoni propositi per l’anno nuovo”.

Porsi degli obiettivi raggiungibili è molto importante anche nella misura in cui ci aiuta a regolare l’ansia, motore propulsivo all’azione se non troppo intensa, sabbia mobile in cui sprofondare nell’immobilismo se troppo pervasiva.

Se i nostri obiettivi sono troppo generici (“voglio essere felice”, “voglio trovare un lavoro”, “voglio diventare migliore”, “voglio trovare un partner”) il rischio di non raggiungerli e di trovarsi a riproporli l’anno successivo è molto elevato, così come la conseguente frustrazione, e per questo di anno in anno ci ritroviamo a porci spesso i medesimi intenti dell’anno precedente o comunque nella stessa forma.

Pretendiamo di ottenere risultati diversi continuando ad agire nello stesso modo da anni.

Perseguire obiettivi SMART influisce su autostima e ansia

Avere una visione del proprio futuro, saper mantenere “il timone” di noi stessi dandosi una “direzione” pur vivendo nel qui e ora è un antidoto all’ansia, alla spiacevole sensazione di disperdere le proprie energie e di “perdere tempo”, fenomeni strettamente legati ad autostima ed autoefficacia.

Ma come possiamo capire se i nostri obiettivi sono raggiungibili?

Ecco che un termine ci viene in aiuto: SMART, che in inglese vuol dire “sveglio, astuto, rapido, strategico, intelligente”.

Partendo da questa parola nel 1954 è stato creato un acronimo, nato dalla filosofia gestionale, che definisce le caratteristiche necessarie a definire i propri obiettivi in modo efficace ed efficiente e stabilire quindi se sono validi, sottoponendoli alla verifica “smart”.

Le 5 lettere che compongono l’acronimo si riferiscono ad altrettante caratteristiche che l’obiettivo “sotto esame” deve presentare: S (Specifico), M (Misurabile), A (Attraente e raggiungibile), R (Realistico), T (Temporizzato).

Grazie a questa verifica riusciremo ad ottimizzare tempi e risorse e ad abbassare l’ansia, con ricadute positive sull’autostima e la fiducia nelle proprie risorse.

Nel prossimo articolo scopriremo come verficare se i nostri obiettivi sono concreti e SMART.

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